Non capita spesso che la mia correttrice di bozze (lo so, si dice editor ma gli inglesismi mi stanno stretti) mi bocci un testo e quando succede ci rimango sempre un po’ male, soprattutto se sono gasatissima e convinta che sia un testo superlativo.

Gli ingredienti li hai, devi solo rifare la ricetta.

Porrei per un paio di secondi l’accento sull’avverbio solo: è due giorni che ci penso e non so da dove partire.

Gli ingredienti sono:

  • La mia storia
  • Il mio desiderio
  • Ciò che potresti fare per me tu che leggi

La ricetta dovrebbe essere quello che stai per leggere.

Inevitabile usare il condizionale perché non ho idea se questo testo vedrà la luce. Ritento e ritenterò finché non riceverò un ok.

Sono fatta così (ricorda la sigla del cartone animato, vero?): testona, orgogliosa, pignola e amo le sfide. Scrivere un buon testo rimane una sfida, soprattutto quando mi si dice che sono in grado di farlo.

Dopo questa lunga premessa, dovevo acclimatarmi e spero tu con me, sarà il momento di iniziare a cucinare questa ricetta.

Mi chiamo Adriana, ho ormai superato gli anta, sono nata e cresciuta a Genova, ma da fine agosto 2022 vivo a Sarzana e questo trasloco ha aperto il mio vaso di Pandora, in senso buono: mi sono ritrovata a ritirare fuori dal cassetto tutti quei sogni che per paura ho sempre lasciato sepolti.

Non sono una che si nasconde, nella Vita ho già cambiato tante cose, come ad esempio lasciare il posto fisso per aprire la mia ciclofficina a Genova a fine 2018. Sono una donna che aggiusta biciclette e insegna ciclomeccanica, in un ambiente che dire maschile e maschilista è un eufemismo, eppure alcune cose le ho messe in fondo, nel cassetto più lontano della mia testa, perché mettersi in gioco non è mai facile.

Questo è un pezzettino piccolissimo della mia storia, ma raccontarla per intero renderebbe troppo lungo questo testo. Su questo blog c’è tutto il mio mondo, se sei curiosa o curioso puoi passarci tutto il tempo che vuoi.

Il motivo per cui scrivo è perché tra tutti questi sogni pieni di polvere c’è il desiderio di fare esperienza in libreria: lavorare a contatto con i libri e le persone.

Visto che parlo così liberamente, non ti nascondo che ho anche pensato di aprirne una, ma l’investimento iniziale supera ogni mia possibilità. Vivere in una realtà così piccola mi fa sembrare tutto più reale e accessibile, un po’ come quando la prima volta che sono salita in sella ho deciso che avrei imparato ad aggiustarmela. Magari è un’illusione, ma la sensazione che provo è questa, infatti amo vivere a Sarzana.

Ma al solito mi perdo nei meandri dei miei ragionamenti.

Vorrei lavorare in una libreria e so bene quanto costa assumere qualcuna/o al giorno d’oggi, ho avuto anche io un’attività.

In realtà non mi importa molto del contratto e dello stipendio, mi interessa di più poter lavorare part time per avere spazio da dedicare a tutte le altre cose che porto avanti.

Bene, la ricetta è quasi finita: ti ho detto chi sono, raccontato il mio desiderio, facile intuire cosa puoi fare per me.

In realtà sono due le cose che puoi fare, non so se le hai pensate entrambe:

  1. Puoi assumermi, come detto con la forma contrattuale che vuoi: mi interessa fare questa esperienza in mezzo ai libri e alle persone, in una dimensione completamente nuova.
  2. Se non puoi assumermi, puoi condividere questo testo, con conoscenti, amiche e amici, parenti, non importa se nessuna/o ha una libreria, ho imparato che una condivisione viaggia in modi imprevedibili e sorprendenti.

Sicuramente ho dimenticato di scrivere qualcosa, ora non mi sovviene, poco importa qui sotto ti lascio tutti i modi in cui puoi contattarmi:

Al di là che tu abbia una libreria o meno, se hai consigli o se quello che hai letto ti ha ispirato un pensiero io sono sempre felice quando nascono scambi e condivisioni.

Grazie per aver letto fin qui, mi hai dedicato del tempo che è un tempo prezioso e per nulla scontato.