
Come promesso cominciano i racconti di questa settimana in cui divento stagista a (quasi) 40 anni per la prima volta, perchè, a dirla tutta, non ho mai fatto uno stage.
In realtà comincio domani: oggi mi sono caricata andando al Centro Buddista a Corsico e a Seregno per capire dov’è la ciclofficina dove farò lo stage.
I numeri di oggi:
» 3 treni (sempre s9: la linea suburbana trenord a cui il mio destino è ormai indissolubilmente legato da mesi)
» 8 km (accertati) abbondanti a piedi
» numero indefinito di attacchi d’asma
Nonostante tutte le buone intenzioni, non sono salita con Wilma: ho lasciato la bici a casa ed ho comprato un nuovo aerosol da viaggio. La bronchite mi è un po’ troppo affezionata.
Ho un po’ d’ansia. Difficile mettersi in discussione a quasi 40 anni con un lavoro nuovo, in luoghi che non sono miei.
Quando si dice uscire dalla propria zona di comfort…
Passo dall’essere il vicecapo, a gestire il lavoro quasi ad occhi chiusi, a non farmi preoccupare da nulla perchè tanto una soluzione c’è sempre, al ricominciare tutto da capo.

Quando penso che è stata una mia scelta, anzi, che ho inseguito tutto questo giorno dopo giorno per costruirmi un futuro diverso, mi spavento di me stessa.
È l’ultimo tassello del masterclass. Superata anche questa sfida, ne rimane una sola: il salto da dipendente a autonoma, da (ormai ex) operatrice grafica a ciclomeccanica, lasciando tutte le certezze del lavoro dipendente e abbracciando tutte le incertezze di un lavoro particolarmente atipico in Liguria, in un momento in cui mettersi in proprio è visto come una follia.
Penso a tutte queste cose. E molte altre.
Ho paura, per tanti motivi, ma sono sicura che riuscirò a trasformarla in adrenalina e che questo stage darà il calcio finale alla mia autostima.
Ne vedremo delle belle.
Incrociate i diti per me e ci si rilegge domani sera.
